Delle sensazioni che ISE 2016 ha dato nel suo complesso abbiamo già trattato. La manifestazione di Amsterdam ha dato un confortante segno di concretezza ed escluso qualche caso, peraltro non significativo, non abbiamo visto spingere la tecnologia giusto per il piacere della tecnologia in sé, di qualche opzione in più o dell’effetto speciale a tutti i costi. Ma questo settore in fondo è fatto di tecnologie e le innovazioni ovviamente c’erano: abbiamo voluto condensare in questo articolo alcuni spunti di rilievo, in ordine sparso per come li abbiamo colti tra i padiglioni della capitale olandese.
Il digital signage è stato uno dei settori con il maggior senso di dinamicità o comunque di confronto tra proposte e filosofie anche diverse. La partita più intensa si gioca nelle applicazioni retail, dato che molti utilizzatori finali (le aziende) hanno capito che non è semplice veicolare un messaggio convincente usando schermi di piccole dimensioni. Manna per chi fa display da videowall, verrebbe da dire, ma attenzione a dimenticare ledwall e anche proiettori. I produttori di display possono contare su alte risoluzioni e software di content management sempre più interessanti, ma è difficile sfuggire alla legge dei contenuti che il mondo video conosce bene: se non ci sono contenuti di livello adeguato anche la tecnologia più evoluta deve fermarsi e aspettare.
Così i ledwall a passo fine a ISE 2016 hanno fatto la loro bella figura: soluzioni dal buon impatto visivo e con una adeguata semplicità di gestione e soprattutto manutenzione. Chiaramente videowall e ledwall non sono due approcci sempre alternativi, ma nelle applicazioni che li vedono entrambi in gioco la scelta del videowall non è scontata. E i proiettori? I nuovi annunci 4K e laser hanno fatto ricredere chi li dava già per defunti in campo digitale signage, anche se complessivamente restano probabilmente soluzioni particolari per applicazioni specifiche o dove le condizioni ambientali possono essere abbastanza ben controllate da permettere ai proiettori di dare il meglio. Diverse soluzioni per l’installazione in-store ci sono sembrate interessanti come equilibrio tra semplicità e risultato finale.
Nel mondo display è evidente che in molti aspettano di mettere mani su pannelli OLED con caratteristiche “pro” per realizzare nuove soluzioni in vari ambiti (ancora digital signage, certo, ma non solo). I pannelli OLED di per sé ci sono, quello che in diversi ci hanno confermato è che non è ancora scontato pensare di mettere in campo pannelli OLED per visualizzazioni 24/7 e aspettarsi la stessa affidabilità di un normale display LCD. Ma ci si sta lavorando ed è il prossimo passo. Come un altro prossimo passo sono i pannelli trasparenti (OLED e LCD).
Veniamo ai proiettori in generale: tra 4K e laser ciascun visitatore ha potuto scegliere il “suo” trend preferito del momento e trovare qualcosa di convincente presso gli stand dei principali vendor. In generale la ricerca di alta definizione e alta luminosità ha indubbiamente il suo perché ma anche qui il nodo torna a essere quello dei contenuti, che poi rimandano alle applicazioni.
È un circolo virtuoso (contenuti-tecnologia-applicazioni) che non sembra aver ancora preso il ritmo necessario, ma nel corso dell’anno è di sicuro questa la dinamica da tenere d’occhio. Ci aspettiamo applicazioni innovative basate su contenuti di elevata qualità uniti ad alte risoluzioni e grande luminosità. Anche perché per il resto nel mercato c’è solo l’imbarazzo della scelta tra risoluzioni, engine e ottiche: difficile non trovare la combinazione che fa al caso proprio.
Per quanto riguarda l’infrastruttura, chi prima di ISE 2016 non aveva già familiarità col cavo Cat ne avrà sviluppata a sufficienza. È un tema che abbiamo già stressato ma che è poco discutibile. Audio, video e dati stanno man mano finendo sulla stessa infrastruttura: questa potrebbe essere ancora non-IP (quindi HDBaseT) laddove la componente multimediale è predominante, ma è meglio pensare anche a un futuro tutto IP laddove il multimedia ha senso si fonda con elementi di home e anche building automation. E soprattutto nelle abitazioni la vittoria di IP è quasi scontata, nel lungo termine.
La building automation è stata il preambolo di ISE ed è un interessante territorio di confronto. Nonostante le dichiarazioni “rilassate” di produttori e integratori qui si gioca una partita molto importante per numero, complessità e valore delle installazioni. Le aziende che vengono dal nuovo mondo di IP e dell’Internet of Things in questi mesi stanno avendo buon gioco nel dimostrare che l’approccio classico alla building automation non è abbastanza flessibile, integrato e sicuro. Per molti vendor anche storici c’è il rischio di essere superati da nomi nuovi per il settore, per alcuni con conseguenze anche nel mercato adiacente della home automation.
Proviamo a sintetizzare. Se lo scopo di una manifestazione come l’ISE è scattare una “fotografia” dell’evoluzione tecnologica dei suoi settori di riferimento, l’edizione 2016 ha mostrato che alcuni sono relativamente stabili perché hanno già assorbito rivoluzioni importanti (come l’Unified Communications, che ormai è un ambito dell’IT) o si muovono per miglioramenti incrementali (l’audio, il video). Altri, in primis quelli di cui abbiamo trattato sinora, sono invece in una importante fase di transizione che gli addetti ai lavori faranno bene a seguire. E tutto promette un ISE 2017 altrettanto interessante: l’appuntamento è già fissato per il prossimo 7 febbraio.