ISE 2016: la tecnologia sposa la concretezza

ISE 2016 ha avuto luogo in una fase del mercato in cui le tecnologie dell’integrazione AV si stanno sempre più combinando con quelle dell’informatica e del networking. Il punto semmai era verificare direttamente quanto questa convergenza sarebbe stata posta in evidenza dai vari vendor di settore, quanto cioè il loro messaggio nei confronti dei professionisti sarebbe stato per così dire di avanguardia oppure più orientato a un mantenimento delle posizioni. È un tema che fatte le debite proporzioni avevamo già verificato al SIEC di Milano: c’è un’evoluzione in corso, come sempre in questi casi la differenza è tra chi sa seguirla, o persino cavalcarla, e chi rischia di esserne invece travolto. Il messaggio che viene da Amsterdam in questo senso ci sembra decisamente positivo. Ovviamente in una manifestazione così variegata si vede di tutto, ma la grande maggioranza dei produttori e dei distributori presenti ha effettivamente puntato sul nuovo in senso positivo, ossia su tecnologie e approcci che portano concreti vantaggi a chi li adotta e non fini a sé stessi.

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Il fil rouge che ha unito molti produttori è strettamente legato all’evoluzione tecnologica ed è la convergenza fisica tra distribuzione AV e reti di networking in senso classico. È evidente che l’obiettivo di molti è riuscire a ridurre il numero di cavi e di connettori dei propri prodotti e quantomeno l’affermazione di HDBaseT è un dato di fatto in questo senso. Proiettori, extender, matrici, switch e quant’altro mostravano in grande maggioranza la loro presa Cat5/6 e indirettamente l’intenzione dei produttori di mandare in pensione – almeno per certi tipi di installazione – tutto tranne HDMI.

E non era affatto trascurabile il numero di chi ha fatto un passo in più pensando alle situazioni in cui la parte AV deve convivere strettamente con le reti dati: sono i vendor che puntano più decisamente su IP come protocollo per il trasporto di tutto, dall’audio al video passando per i dati e per i segnali di comando e controllo della building/home automation. È una scelta per certi versi più di rottura ma in alcuni ambiti potrebbe risultare persino lungimirante.

L’affermazione del banale cavo Ethernet – meglio ribadirlo a scanso di equivoci: non dovunque e comunque ma certamente nei prodotti e nei progetti a maggior valore aggiunto – è segno di un altro importante elemento trasversale di ISE 2016: la ricerca della semplicità. Semplicità di installazione, di progettazione, nella possibilità di adattare i prodotti alle esigenze di chi progetta, implementa e usa soluzioni articolate. È una semplicità che non significa mancanza di tecnologia – semmai è il contrario – ma quello che spesso ci è stato ripetuto in vari modi è che la tecnologia “non è un problema”. Le tecnologie in quanto tali ci sono, lo sforzo compiuto da molti produttori è stato renderle più semplici da usare o da adattare alle esigenze del singolo progetto. È un’evoluzione che a volte non è immediata da comunicare e da percepire perché non si concretizza sempre in un nuovo prodotto con specifiche tecniche palesemente migliori della versione precedente.

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Non che le tecnologie da “effetto wow” siano mancate a ISE 2016, peraltro. Ma l’intelligenza dei produttori è stata nell’averle declinate subito in oggetti o dimostrazioni che avessero un contenuto concreto. L’image blending dei proiettori 4K in una cupola? È per i planetari. La comunicazione dati via LED da un display? Va bene per i musei. Il pannello 58:9? Ottimo per gli aeroporti. L’ISE non è il CES, verrebbe da dire: a Las Vegas si cerca di colpire lo spettatore e ad Amsterdam di dare concretezza. E anche chi vanta i famosi prodotti da “effetto wow” (gli OLED trasparenti c’erano anche all’ISE, per dire) li ha presentati con discrezione se non hanno (ancora) le caratteristiche che servono al pubblico professionale.

Il tema della qualità è stato un altro elemento caratterizzante di ISE 2016, almeno per i produttori di primo piano. Il messaggio è che la qualità costruttiva certamente costa ma ha anche evidenti vantaggi quando si tratta di implementare soluzioni e concretizzare progetti. Questo concetto non ha riguardato solo le tecnologie più di grido ma molte classi di prodotti, con il risultato che oggi i professionisti hanno a disposizione un ventaglio di soluzioni convincenti in vari ambiti. Volete ad esempio realizzare un impianto di digital signage di buone dimensioni? C’è l’imbarazzo della scelta tra video wall, ledwall a passo fine, grandi display e proiettori ad hoc. Di nuovo: le tecnologie ci sono, sta ai produttori spiegarle bene e ai professionisti metterle in rapporto alle proprie esigenze.

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I numeri d’altronde dicono che gli operatori hanno compreso questa necessità di seguire le tecnologie e l’evoluzione dei prodotti. ISE 2016 ha raccolto quasi 66 mila visitatori nei suoi quattro giorni di manifestazione (uno in più dell’anno scorso, ricordiamolo) e di questi tempi non sono risultati così scontati da ottenere. Tutto rose e fiori, quindi? No, ovviamente. Anche ad Amsterdam abbiamo avuto la nostra dose di prodotti così così, demo poco chiare e fasi più di colore che di sostanza (lo spazio dato ai droni, ad esempio, non è che ci abbia proprio convinto…). Però la sensazione generale è stata nettamente di concretezza, un elemento di cui il settore ha sempre bisogno.

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